Storia e identità di un territorio
Quella di Paolo Passerini è una storia di territorio e di identità; una vicenda umana e professionale profondamente radicata dentro le trasformazioni sociali ed economiche che hanno marcato i cicli di cambiamento del Monte Baldo e della Vallagarina trentina a partire dalla seconda metà del secolo scorso.
Figlio di una civiltà, quella contadina, rimasta immobile per secoli, sacrificata ai ritmi lenti e poveri dell’agricoltura promiscua e di sussistenza, spinta dalla fame a strappare al bosco spazi per le colture, negli anni Sessanta, anche Paolo subì, come tanti giovani di allora, la fascinazione della città operaia, Rovereto, e del lavoro salariato, la fabbrica.
Esperienze e prospettive vissute e sognate come un’opportunità concreta di riscatto da secoli sacrificati alla sopravvivenza contadina, inchiodati alla povertà della montagna; alla fame di quel monte, il Baldo, che gli accademici italiani e la borghesia mitteleuropea conoscevano e stimavano come Hortus Italiae, ma che le popolazioni indigene vivevano come ineluttabile fatica quotidiana, giorno dopo giorno, anno dopo anno, secolo dopo secolo.
Fresco di studi tecnici e dopo una breve esperienza formativa in Germania, Paolo visse il sogno del riscatto operaio fra le maestranze di una multinazionale tedesca: il più grande insediamento produttivo ed occupazionale della Valle dell’Adige a sud di Trento.
Attraversò da protagonista, dentro e fuori la fabbrica, gli anni Settanta, densi di tutte le contraddizioni e i fermenti che anche a Rovereto segnarono quel decennio e ne presagivano già l’irrimediabile e drammatico declino.
La prima grande crisi industriale che segnò come un incubo la Vallagarina, all’inizio degli anni Ottanta, mette Paolo fuori dai cancelli dello stabilimento. La sua fu una storia comune e collettiva, condivisa con le migliaia di lavoratori del distretto produttivo roveretano che persero il lavoro e che segnò la fine di un’epoca e dell’epopea liberatoria dell’operaio massa lagarino; e che allo stesso tempo innescò una gigantesca ristrutturazione industriale e sociale, proiettandone i riflessi economici e sociali anche nelle periferie di collina e di montagna.
Paolo, tuttavia, visse e interpretò questa stagione drammatica come un’occasione per ripartire. Come una nuova opportunità, così come quindici anni anni prima aveva vissuto il sogno del riscatto operaio e della fabbrica.
Tornò sulle pendici del Monte Baldo, come in un viaggio a ritroso che gli permise di riscoprire, guardandole con uno sguardo nuovo e di prospettiva, la sua identità originaria e la sua storia contadina.
Una prima esperienza cooperativa nell’ambito della produzione di terriccio fertilizzante, i primi contatti con l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. E poi la scelta definitiva che lo riportò dentro la sua storia, nelle viscere della civiltà dei padri.
Insieme a Mirta subentrò nell’azienda agricola di famiglia e la convertì alla floricoltura, innovandola e dandole nuovi basi professionali e imprenditoriali. Da quel momento fedeltà alla tradizione baldense e innovazione saranno i binari lungo i quali Paolo e Mirta daranno senso e valore al loro rapporto con la terra e con il territorio. Poi, di lustro in lustro, di sperimentazione in sperimentazione, l’espansione in altri ambiti agricoli: i piccoli frutti, le erbe officinali, le sementi antiche; e poi ancora la scoperta affascinata di nuove tecniche di colturali coerenti con l’ambiente, come il biologico e l’idroponico, e la commercializzazione diretta di prodotti trasformati tratti dalle materie prime coltivate nei suoi campi. E ancora il consolidamento delle collaborazioni con l’istituto Agrario di San Michele e con i maggiori centri di ricerca agronomica nazionali. Sino ad arrivare all’oggi; sino all’azienda agricola che potrete scoprire visitando questo sito web o, ancora meglio, recandovi personalmente in viale San Rocco, all’ingresso di Brentonico, il capoluogo trentino del Monte Baldo.
Il capoluogo del Parco Locale del Monte Baldo.
Tiziano Bianchi – giornalista e blogger
www.territoriocheresiste.it
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